venerdì 16 novembre 2012

Cellulite acuta

La cellulite è una infiammazione a rapida diffusione, con interessamento del derma profondo e del grasso sottocutaneo. S. pyogenes e S. aureus sono i più
frequenti agenti eziologici nel soggetto immunocompetente, con lo S. aureo di solito in
causa quando il punto di partenza è un’ulcera cutanea o un ascesso.
Altri microrganismi possono però essere implicati in circostanze particolari; inoltre,
nell’ospite immunocompromesso o in chi ha subito esposizioni contaminanti, sono state
descritte inusitate infezioni da microrganismi ambientali.
V. anche altre celluliti in Infezioni cutanee da Gram negativi.

Esiste quasi sempre una lesione precedente che funge da porta di entrata del germe
che provoca la cellulite. Essa può essere anche minuscola, come una fessura in una plica
interdigitale colpita da Tinea pedis, oppure più evidente, come una puntura o un ulcera.
Rossore e dolore divengono rapidamente intensi, in associazione a segni e sintomi
sistemici. In contrasto con il netto ed elevato margine caratteristico della chiazza eresipelatosa, il rossore cellulitico sfuma gradualmente nel tessuto circostante. Si possono
aggiungere vescicole e aree ascessuali con fluttuazione, linfangite e linfadenite.
È frequente la cellulite del polpaccio, ma la sede può essere in qualsiasi parte del
corpo.
Come nell’eresipela, la cellulite ricorrente si verifica in aree linfoedematose.
In adulti immunocompetenti la diagnosi di cellulite è di solito clinica. Per il trattamento, abitualmente antistreptococcico e antistafilococcico, non  è necessario attendere
l’isolamento dei germi che - come nell’eresipela - non è facile, a meno che non vi sia una
lesione aperta. La cellulite spesso peggiora temporaneamente in seguito all’antibiotico
terapia (v. anche Eresipela).
Nel paziente immunocompresso la situazione è molto più complicata ed è estremamente importante identificare l’agente eziologico, effettuando i prelievi prima di ricorrere alla terapia antibiotica empirica.
Se è individuabile una lesione iniziale, si devono fare esami microscopici e colture
utilizzando terreni adatti anche a gram negativi e germi esigenti (v. paragrafi successivi).

Se non è visibile una lesione iniziale si ricorre alla coltura di aspirati tissutali e possibilmente di biopsie cutanee; è utile effettuare anche delle emocolture.
Se si vuol ricorrere all’agoaspirazione si adopera una siringa da 3-5 ml con un ago
sottile che viene introdotto al margine della lesione. È opportuno iniettare 0,1-0,5 ml di
fisiologica sterile e aspirare subito dopo. Se i tentativi di aspirazione dovessero fallire, si
può aspirare qualche goccia di un brodo nutritivo, strisciare la punta dell’ago sul terreno
di coltura e inoculare il resto in una provetta di brodo.


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