giovedì 28 febbraio 2013

Le infezioni vaginali


Le infezioni vaginali sono il motivo più frequente di consultazione ginecologica nelle donne adulte. Secondo le statistiche riguardano ciascuna almeno una volta nella vita
Le forme di infezione più correnti, quasi il 90% delle vaginiti, sono la vaginosi batterica e la vaginite micotica o da lieviti. La vaginite da trichomonas rappresenta da sola circa il 10% di tutte le infezioni.








La vaginosi batterica
Risultato di uno squilibrio nella flora vaginale, la vaginosi batterica è l'infezione vaginale più frequente. Normalmente la vagina contiene diversi batteri tra i quali uno, il lactobacillus di Doderlein che  mantiene localmente l'acidità necessaria per evitare la moltiplicazione di organismi indesiderabili. Nel caso della vaginosi batterica, i lactobacilli diminuiscono e i batteri nocivi proliferano in modo anomalo con concentrazione batterica che aumenta di circa 100 volte. Uno dei batteri più frequentemente responsabile delle vaginosi batteriche è la Gardnerella vaginalis, il cui contagio avviene tramite rapporti sessuali. I sintomi dell'infezione si manifestano con perdite vaginali importanti dal caratteristico odore sgradevole in genere più forte dopo i rapporti sessuali, di tipo omogeneo e di colore grigiastro. Quasi la metà delle donne che soffrono di vaginosi batterica non percepirà alcun sintomo e l'infezione sarà scoperta per caso durante un esame di routine; contrariamente agli altri tipi di vaginite, la vaginosi non comporta abitualmente disturbi o irritazioni vaginali. Se avete un nuovo partner sessuale o se avete più di un partner, i rischi di contrarre la vaginosi batterica aumentano. Per la terapia saranno impiegati antibiotici orali o vaginali, e poiché ciascuna soluzione presenta vantaggi e inconvenienti, questi devono essere discussi con il medico curante.


-->

La vaginite micotica o da lieviti
Tre donne su quattro soffriranno di vaginite micotica (o da funghi) almeno una volta nella vita e la metà di loro avrà una o più recidive. Come indica il suo nome, questo tipo di vaginite è causata nella maggior parte dei casi da un fungo chiamato candida albicans, mentre più rare sono le forme causate da altri agenti come la Candida glabrata, tropicalis, krusei, ecc.  La malattia si manifesta con perdite vaginali bianche, inodori e pastose, con prurito e irritazione vulvare soprattutto durante i rapporti  sessuali. Il bruciore può essere particolarmente frequente durante la minzione. I fattori di rischio per lo sviluppo di una vaginite micotica sono la gravidanza, i contraccettivi orali, gli steroidi, gli antibiotici, alcune malattie come il diabete, l'impiego esagerato delle lavande vaginali e dei deodoranti intimi e infine  l'uso di biancheria intima sintetica o troppo stretta. Il trattamento è basato su farmaci orali o vaginali.



La vaginite da trichomonas
La vaginite da trichomonas è una malattia sessualmente trasmessa che rappresenta circa il 10% di tutte le vaginiti. Essa provoca delle perdite giallognole maleodoranti, prurito vaginale, irritazioni della mucosa vaginale con diffuso eritema e piccole petecchie, arrossamento della vulva  e una sensazione di bruciore durante la minzione. Il trichomonas può essere presente sulle salviette o sui costumi da bagno umidi, sulle tavolette del water o sulle salviette igieniche, ma è raro contrarlo per vie diverse dal rapporto sessuale.  Il trattamento consiste in genere nell'assunzione di antibiotici orali.



Curare anche il partner?
Anche se è chiaro che la vaginite da trichomonas si trasmette per via sessuale e che questo tipo di infezione comporta obbligatoriamente il trattamento del partner, non è così evidente che la vaginosi batterica o la vaginite micotica si trasmettano allo stesso modo. Ecco perché in genere non si cura anche il partner in questo tipo di infezioni. Tuttavia, se avete vaginiti a ripetizione o se il vostro partner manifesta dei sintomi, farete bene a parlarne al vostro medico che stabilirà se è o meno indispensabile trattare anche il partner.




I farmaci da banco
Se sospettate di avere un'infezione vaginale dovete rivolgervi subito al vostro medico per identificare con precisione il tipo di infezione di cui soffrite. La diagnosi viene effettuata infatti valutando i sintomi, con la visita ginecologica e con l'eventuale utilizzo dell'esame colturale. Il trattamento è diverso in funzione del tipo di infezione e alcuni farmaci in vendita libera possono addirittura peggiorare un'infezione per la quale non sono stati concepiti. Tuttavia, se avete già ricevuto una diagnosi di vaginite micotica e se ne riconoscete bene i sintomi, potete chiedere al vostro medico se potete far uso dei farmaci da banco. Per il trattamento della vaginosi batterica non esistono farmaci senza prescrizione, e lo stesso discorso vale anche per la vaginite da trichomonas. Ecco perché è indispensabile rivolgersi al medico prima di cominciare un trattamento qualsiasi. Infine, le lavande vaginali e i deodoranti non curano le vaginiti e in alcun caso devono essere utilizzati prima di una accurata visita ginecologica. Attenzione, mascherare un sintomo non vuol dire curarlo!


-->

Come si prevengono le infezioni vaginali
L'uso del preservativo è il metodo più efficace per evitare la vaginite da trichomonas, al contrario degli spermicidi che non hanno invece alcun effetto in questo senso e perciò non devono venire utilizzati come mezzo di prevenzione. Inoltre, usati più di tre volte alla settimana, possono provocare irritazione. Nel caso delle vaginosi batteriche e delle vaginiti micotiche, che tendono a recidivare, alcune semplici precauzioni possono aiutare a ridurre i rischi:
  • indossate solo biancheria di puro cotone, evitate i collants e i pantaloni troppo aderenti perché creano una zona umida propizia alla proliferazione dei funghi. Preferite le gonne, soprattutto in estate. Cambiate la biancheria intima almeno una volta al giorno.
  • preferite la doccia al bagno e non utilizzate sapone per lavare la vulva. Dopo esservi lavate con cura, assicuratevi di asciugarvi alla perfezione le parti intime, ovviamente con una salvietta pulita. Non scambiate le salviette con altre persone, neppure con i familiari, e lasciatele asciugare perfettamente prima di riutilizzarle.
  • quando andate in bagno, usate la carta dal davanti verso il dietro, per prevenire il trasporto dei batteri dal retto alla vagina.
  • non indossate troppo a lungo un costume da bagno umido o bagnato, cambiatevi il più presto possibile e non indossate di nuovo lo stesso costume prima che sia completamente asciutto
  • evitate ogni contatto tra la mucosa vaginale e i deodoranti o i profumi, attenzione in particolare alle salviette igieniche, la carta igienica, i saponi e i prodotti per il bagno
  • usate il preservativo con ogni nuovo partner e sempre se ne avete più di uno, e se presentate sintomi di infezione evitate i rapporti sessuali con penetrazione
  • preferite i tamponi interni agli assorbenti esterni, assicuratevi che non siano profumati e non indossateli mai per più di quattro ore consecutive
  • sciacquate con cura la vostra biancheria, e se possibile stiratela con il ferro a vapore per sbarazzarvi di eventuali funghi
  • non prendete inutilmente gli antibiotici; se fate uso di contraccettivi orali e soffrite di vaginiti a ripetizione, cercate insieme al vostro medico un mezzo di contraccezione alternativo
-->

Herpes simplex


Anche i virus possono provocare infezioni a livello vaginale: è il caso dell'Herpes simplex (HVS-1 e HVS-2), lo stesso patogeno responsabile del comune Herpes labiale. L'herpes simplex genitale - o più semplicemente Herpes genitale - è responsabile di lesioni papulose sulle delicate zone intime, fastidiose, dolorose o purulente. Il patogeno trasmette l'infezione per semplice contatto sessuale non protetto con soggetti contagiati; il rischio di contrarre l'infezione aumenta in caso di calo delle difese immunitarie, stress, alterazioni dell'equilibrio ormonale e compromissione del sistema immunitario.

-->
SINTOMI: la sintomatologia che accompagna l'infezione vaginale da Herpes simplex è spesso associata alla formazione di vesciche biancastre direttamente sui genitali, sia sulla pelle che sulle mucose. L'infezione può estendersi oltre la vagina ed intaccare anche la cervice uterina e l'uretra.
FARMACI: seppur non esista una cura definitiva volta ad eradicare permanentemente il virus dell'Herpes simplex, in commercio esistono numerose sostanze farmacologiche in grado di ridurre il rischio di recidive e minimizzare i sintomi. I farmaci più adatti a tale scopo sono gli antivirali, da assumere per via sistemica o da applicare direttamente in situ; anche il partner sessuale dovrebbe seguire una strategia terapica simile, per evitare di diffondere il virus nuovamente. L'intervento immediato è indispensabile per accorciare i tempi di guarigione e recupero dall'infezione vaginale.


-->

Trichomonas vaginalis


Altra infezione vaginale trasmessa sessualmente è la tricomoniasi: come il termine preannuncia, la malattia è causata da un protozoo flagellato noto come Trichomonas vaginalis, implicato nelle malattie veneree più diffuse al mondo. La trasmissione dell'infezione è possibile anche, semplicemente, utilizzando asciugamani e biancheria infetta o per via materno fetale.
Il parassita, attecchendo alle mucose delle pareti vaginali, altera la flora batterica locale, competendo con i lattobacilli normalmente presenti, la cui funzione è quella di difendere la vagina da eventuali insulti patogeni.

-->
SINTOMI: l'infezione vaginale scatenata da Trichomonas vaginalis non sempre si manifesta con sintomi importati. Quando l'attacco risulta particolarmente feroce, il pH vaginale aumenta fino ad un valore lievemente alcalino (quando, invece, dovrebbe essere leggermente acido), e provoca sintomi come bruciore e prurito vulvare, cervicite, dispareunia, dolore durante la minzione e perdite vaginali anomale (giallastre o verdognole, maleodoranti, schiumose).
TERAPIA: i farmaci più utilizzati in terapia per la cura della tricomoniasi sono gli imadazoli, come metronidazolo e tinidazolo. Anche il partner sessuale dovrebbe sottoporsi alla medesima cura, anche in caso di assenza di sintomi (come, del resto, spesso accade). Si raccomanda, inoltre, la completa astensione sessuale fino al completo allontanamento dei sintomi. Per approfondimenti: leggi l'articolo sui farmaci per la cura della tricomoniasi.


-->

Infezione della vescica


Infezione della vescica è una delle condizioni di salute causate a causa di un'infezione batterica. Cystisis, comunemente indicato come l'infezione della vescica è dovuta a causa di invasione di alcuni batteri nel tratto urinario. Come risultato di questi batteri, della vescica e dell'uretra viene infettato. Infezioni della vescica sono una delle malattie di scorta, specialmente nelle donne.

Mycoplasma hominis


Altra infezione d'interesse ginecologico piuttosto comune nelle donne in età fertile è quella causata da Mycoplasma hominis: i micoplasmi non sempre presentano un'azione patogena, dal momento che alcune specie popolano le mucose genitali femminili.Tuttavia, quando l'equilibrio della flora batterica intestinale viene alterato, il Mycoplasma hominis può trasformarsi da commensale ad opportunista e creare un danno in modo più o meno feroce. In alcuni casi, l'infezione vaginale scatenata da questo microorganismo può degenerare fino alla malattia infiammatoria pelvica.
-->
Il batterio viene trasmesso, principalmente, per contatto sessuale; la madre affetta può trasmettere l'infezione anche al figlio al momento del parto. Si osserva che il rischio di contrarre questa infezione vaginale aumenta in caso di rapporto sessuale non protetto con uomini affetti da uretrite non gonococcica.
SINTOMI: le infezioni vaginali sostenute da Mycoplasma hominis provocano prurito intimo, bruciore e secrezioni vaginali anomale. Considerati i sintomi piuttosto comuni alla maggior parte delle infezioni genitali, è importante la diagnosi differenziale, per distinguere l'infezione da Mycoplasma hominis da gonorrea, clamidia, sifilide, ecc..
TERAPIA: il batterio viene debellato con una terapia antibiotica specifica, in particolare con azitromicina e doxiciclina, potenti farmaci in grado di interferire con la sintesi proteica del batterio.


-->

Infezioni lenti a contatto


Le persone che usano lenti a contatto durante la notte corrono il rischio di contrarre delle cheratiti, gravi infezioni dell'occhio che possono danneggiare permanentemente la cornea, ma, secondo una nova ricerca, la nuova generazione di lenti a contatto può ridurre considerevolmente il rischio.
Lo studio, pubblicato nel British Journal of Ophthalmology, ha scoperto che le nuove lenti a contatto all'"idrogel di silicone", quando usate per molto tempo possono ridurre di cinque volte il rischio di gravi infezioni.
I ricercatori britannici si sono serviti di dati ottenuti dallo studio di un anno dei pazienti del Royal Eye Hospital di Manchester che lamentavano gravi problemi agli occhi.

Da questo studio è emerso che i pazienti che indossavano le lenti in silicone idrogel per dormire, mostravano un rischio ridotto di cinque volte di contrarre questo tipo di infezione rispetto a chi non utilizzava queste nuove lenti.
"Le persone che decidono di dormire con le lenti dovrebbero usare le lenti in silicone idrogel" sostengono i ricercatori, "che comportano un rischio di cinque volte minore rispetto alle vecchie lenti"

-->
Approfondimento 
Malattia della cornea : Cheratiti
Queste patologie sono processi di tipo infettivo o infiammatorio, che interessano la cornea con i seguenti sintomi: iperemia, fotofobia, lacrimazione e frequente dolore. Le cheratiti possono essere superficiali, se localizzate a livello dell'epitelio e degli strati anteriori della cornea, o profonde se l'infiammazione coinvolge anche l'endotelio. Il sintomo più rilevante è la comparsa di un'area grigiastra a margini sfumati, nel caso di sede superficiale, mentre la comparsa di un'ampia area tondeggiante opalescente di edema corneale segnala l'interessamento infiammatorio dell'endotelio.
Le cheratiti superficiali si distinguono in diffuse e "punctuate" . Nel primo caso si estendono nell'epitelio corneale causandone la caduta di lembi; nel secondo la lesione è costituita da opacità puntiformi situati a gruppi nell'epitelio corneale.
Le cheratiti profonde si caratterizzano per l'edema dell'epitelio sovrastante la cornea. In questi casi le lesioni lasciano penetrare germi vari fino alla degenerazione in ulcera corneale. I sintomi possono aggravarsi rapidamente (fotofobia, lacrimazione, dolore…) e sulla cornea compare un infiltrato bianco palpebrale che tende a svilupparsi in superficie e in profondità. La terapia locale dovrà essere affiancata ad una generale a base di antibiotici.

-->

Gardnerella vaginalis


La Gardnerella vaginalis, proprio come la candida, è un simbionte della flora batterica intestinale umana che, in condizioni ad essa favorevoli, crea danno replicandosi indiscriminatamente. Il suddetto batterio è uno degli agenti eziologici protagonisti d'infezioni batteriche come vaginiti e vaginosi, la cui colonizzazione è favorita da alcuni elementi, come l'abuso di antibiotici, la somministrazione di contraccettivi uterini, i lavaggi vaginali interni frequenti, la scarsa igiene intima e i rapporti sessuali completi (lo sperma lievemente alcalino altera il pH vaginale, che dovrebbe essere lievemente acido).
-->
Le infezioni da Gardnerella sembrano essere due volte più frequenti rispetto a quelle sostenute da Candida albicans.
SINTOMI: si stima che la metà delle infezioni vaginali sostenute da Gardnerella vaginalis decorra in modo completamente asintomatico; tant'è che molte donne affette non si rendono conto dell'infezione. Nell'altra metà delle pazienti, l'infezione si manifesta con una marcata alterazione del pH vaginale, bruciore ed irritazione vulvare, perdite vaginali biancastre ed anomale, spesso maleodoranti.
TERAPIA: trattandosi di un batterio, le infezioni vaginali scatenate da Gardnerella vanno curate con un ciclo antibiotico, durante il quale il rispetto delle dosi e della durata del trattamento risulta indispensabile per evitare complicanze, quali malattia infiammatoria pelvica, vaginosi batteriche e sterilità (nei casi più gravi). Per approfondimenti: leggi l'articolo sui farmaci per la cura della Gardnerella.


-->

Candida albicans

La Candida albicans è un micete che, in alcune donne, vive in simbiosi con la flora batterica intestinale, senza dunque arrecare danno alcuno; in condizioni ad essa favorevoli, la Candida prolifera indiscriminatamente, arrecando un danno più o meno importante (trasformazione da microorganismo commensale ad opportunista). Tipiche, dunque, sono le infezioni vaginali provocate da questo fungo: la trasmissione, oltre che per contatto sessuale, può avvenire tramite l'utilizzo promiscuo di biancheria infetta, o per via materno fetale. Alcune malattie, come l'ipotiroidismo, l'iposurrenalismo, la neutropenia grave, la leucemia ed i tumori, possono esporre la donna ad un maggior rischio di contrarre infezioni vaginali di ogni tipo, compresa la Candida.

-->
SINTOMI: nella donna, l'infezione vaginale da Candida genera bruciore circoscritto, dispareunia,dolore durante la minzione, eritema localizzato, ipersensibilità, perdite vaginali biancastre simili a ricotta, prurito intenso ed inarrestabile.
TERAPIE: la terapia per il trattamento delle infezioni vaginali da candida si basa sullasomministrazione orale di antifungini, associati ad una cura locale specifica (applicazione di creme, pomate, ovuli specifici) e ad un'integrazione di fermenti lattici per il ripristino della flora batterica intestinale. Nonostante, di primo acchito, la terapia per la cura delle infezioni da candida possa sembrare piuttosto semplice, in realtà non sempre risulta così: infatti, la Candida tende a recidivare, manifestando ferocemente i propri sintomi. Per questo motivo, la prevenzione, specie dopo aver contratto l'infezione per la prima volta, risulta indispensabile per minimizzare il rischio di ricadute. Per approfondimenti: leggi l'articolo sui farmaci per la cura della candidosi vaginale.

-->

giovedì 21 febbraio 2013

Le infezioni del glande

INFEZIONI DELL'UOMO

Le infezioni del glande sono spiacevoli processi infettivi - generalmente batterici o fungini - coinvolgenti alcune aree genitali maschili, che possono diffondere ed arrecare danno anche nelle altre sedi anatomiche adiacenti; in questa sezione, rientrano numerosissime patologie, tra cui labalanite, le verruche genitali, le candidosi, il lichen planus ed altre affezioni trasmissibili sessualmente (es. gonorrea). In questo articolo informativo, verranno riportate le caratteristiche generali delle infezioni al glande maggiormente diffuse nel sesso forte; da non dimenticare, tuttavia, che quando si consuma un rapporto non protetto, le infezioni del glande possono essere trasmesse facilmente anche al partner sessuale.
-->

BALANITE

Nel gruppo delle infezioni al glande, la balanite è tanto diffusa quanto sgradevole e temuta: da "balanus", (glande), la balanite è un'infezione coinvolgente la parte terminale del pene, che spesso diffonde nelle aree attigue (es. prepuzio) assumendo la connotazione più precisa di balanopostite. Sebbene questo tipo d'infezione al glande risulti assai diffusa tra i bambini, anche la balanite rientra tra le malattie veneree, pertanto anche la donna, dopo un rapporto completo a rischio con un paziente affetto dall'infezione, può essere contagiata e subire un'infezione genitale.
CAUSE: i batteri, i funghi ed i parassiti rappresentano i più importanti elementi eziopatologicicoinvolti nella manifestazione dell'infezione del glande; sembra che la sifilide e la gonorrea siano le due malattie a trasmissione sessuale più ricorrenti nell'ambito delle infezioni del glande. Ad ogni modo, la balanite può dipendere anche da cause extra-infettive, secondarie, quali allergie, alterazioni del sistema immunitario (es. diabete), dermatiti da contatto, fimosi, intertrigine e scarsa igiene intima personale.
SINTOMI: sebbene la balanite NON infettiva possa decorrere anche in modo asintomatico (es. balanite diabetica), la forma infettiva è SEMPRE contraddistinta da sintomi peculiari, come irritazione del glande, prurito locale ed arrossamento, accompagnati anche da disturbi dellaminzione, edema, ingrossamento delle ghiandole linfatiche inguinali, lesioni ulcerative, secrezioni biancastre e/o maleodoranti dal pene, associate talvolta a sanguinamento.
TERAPIA: per il trattamento della balanite dipendente da nfezioni batteriche, gli antibiotici costituiscono la terapia d'elezione, mentre gli insulti fungini vanno debellati con l'applicazione topica e/o l'assunzione per via sistemica di farmaci antimicotici specifici. I cortisonici NON sono indicati per trattare le infezioni del glande dipendenti da balanite batterica. Anche la partner sessuale dovrebbe sottoporsi al trattamento farmacologico specifico, anche in assenza di sintomi.


LICHEN PLANUS

Il lichen planus è una dermatosi cronica infiammatoria di derivazione immunologica che interessa cute e mucose in generale; tra le varie tipologie di lichen planus, quella genitale rientra, probabilmente, tra le più spiacevoli. Nonostante preferisca le donne, l'infezione può essere trasmessa all'uomo per contatto sessuale: in simili frangenti, il glande viene coinvolto, così come il prepuzio, provocando bruciore, dolore durante la minzione e dispareunia (lichen planus sclero-atrofico).
CAUSE: trattandosi di una variante infettiva, il lichen sclero-atrofico può essere favorito da infezioni croniche in generale, specie dovute all'Herpes simplex; tuttavia, in alcuni casi, non è possibile identificare il fattore predisponente con esattezza. Le dislipidemia, le alterazioni del sistema immunitario e le alterazioni anatomiche possono favorire l'infezione.
SINTOMI: quando le infezioni al glande si manifestano sottoforma di lichen planus, i sintomi caratteristici sono quelli di una dermatosi, quindi lesioni papulose o placche pruriginose, erosive e recidivanti sulla pelle dei genitali, prurito locale con balanite e postite, e dolore durante i rapporti(lichen planus genitale).
TERAPIA: prima di intraprendere qualsiasi trattamento farmacologico per la cura dell'infezione al glande provocata dal lichen planus è importante la diagnosi differenziale, dal momento che la patologia è facilmente confondibile con altre simili. Il trattamento dipende dall'elemento scatenante; solo di rado, il lichen planus regredisce senza l'ausilio di farmaci.

-->


VERRUCHE GENITALI


Anche le verruche (o condilomi acuminati) rientrano nella categoria delle infezioni al glande. Tipica espressione di affezioni veneree, le verruche genitali si manifestano soprattutto tra i pazienti immunocompromessi o in stato di grave deperimento. Nonostante quanto detto, si stima che le verruche genitali colpiscano la metà delle persone sane sessualmente attive: da qui si comprende come la malattia, per quanto fastidiosa, non sia generalmente così allarmante.
CAUSE: quando le verruche crescono a livello del glande, esprimono, normalmente, una tipica infezione da virus HPV, appartenenti al tipo 6 e 11. La trasmissione del virus avviene per contatto sessuale; da ricordare, tuttavia, che un sistema immunitario efficiente è in grado di debellare il patogeno ancor prima di creare danno.
SINTOMI: il glande sembra essere uno dei target maschili prediletti dal virus HPV: l'infezione si manifesta con dolore, irritazione e prurito circoscritto, anche se può provocare dispareunia e dolore durante la minzione. La possibilità che l'infezione al glande da HPV degeneri in cancro e in malformazioni maligne - per quanto remota - è comunque reale.
TERAPIA: non sempre le verruche al glande si manifestano con sintomi; più spesso sono asintomatiche e tendono a regredire spontaneamente. Tuttavia, in caso di accertamento diagnostico, è consigliato trattare i condilomi con farmaci antivirali ed immunomodulatori. In alternativa, nell'evenienza di un'infezione particolarmente resistente o dolorosa, è pensabile sottoporre il paziente all'elettrocoagulazione, alla laser terapia o all'escissione chirurgica, specie se il rischio ipotizzato di degenerazione dell'infezione in forma maligna è importante.

-->


CANDIDOSI

Piuttosto rare nell'uomo, le infezioni al glande dipendenti da candida decorrono spesso in modo asintomatico, a differenza della candidosi femminile. In altri casi, le infezioni da Candida a livello del glande predispongono il malcapitato (soprattutto se diabetico) a balanite e balanopostite.
CAUSE: le infezioni fungine al glande sono causate, nella quasi totalità dei casi, da Candida albicans, micete contratto per lo più attraverso rapporti sessuali non protetti. Anche l'utilizzo promiscuo di asciugamani o biancheria intima infetta può favorire l'infezione da Candida.
SINTOMI: le infezioni da candida al glande, così come quelle al prepuzio, possono causare bruciore circoscritto, dolore durante i rapporti e la minzione, eritema localizzato, prurito e irritazione genitale.
TERAPIA: le candidosi in generale, così come le infezioni al glande da Candida, possono essere curate con l'applicazione topica di antimicotici specifici (es. Clotrimazolo, Miconazolo), eventualmente associando antifungini ad azione sistemica (Polienici, Echinocandine). Seguendo una terapia simile, la flora batterica intestinale potrebbe risentirne, alterando la normale composizione dei microorganismi; per questo motivo, si raccomanda di integrare la dieta con fermenti lattici specifici.


GONORREA

Tra le più comuni infezioni a trasmissione sessuale, non possiamo dimenticare la gonorrea, detta anche blenorragia, un'infezione che interessa entrambi i sessi; dai dati statistici, sembra che l'infezione si manifesti in particolare tra i giovani che, ancora inesperti, tendono a trascurare l'importanza del preservativo nei rapporti sessuali con soggetti a rischio.
CAUSE: nell'uomo, la gonorrea si manifesta anche e soprattutto a livello del glande, come conseguenza di un'infezione sostenuta da Neisseria gonorrhoeae, in grado di sopravvivere poche ore sui servizi igienici. Il battere può essere trasmesso, oltre che per contatto sessuale, per via materno-fetale.
SINTOMI: il gonococco scatena nell'uomo una particolare irritazione, specie a livello del glande, spesso associata a perdite biancastre-giallognole e maleodoranti dal pene (tipici sintomi dell'uretrite gonococcica). Oltre a questi sintomi, l'infezione comporta anche dolore durante la minzione, bruciore e prurito. Solo nei casi più estremi, questo tipo d'infezione al glande degenera in prostatite, epididimite e sterilità.
TERAPIA: anche in caso di temporaneo allontanamento dei sintomi, la terapia antibiotica specifica contro Neisseria gonorrhoeae dev'essere eseguita. I macrolidi, i chinoloni e le cefalosporine sono i farmaci più indicati per la cura della gonorrea: l'allontanamento del battere produce, di riflesso, la remissione di tutti i sintomi caratteristici dell'infezione del glande.

Lesioni ulceronodulari cutanee

Ulcere. Lesioni ulceronodulari cutanee primitive sono provocate da alcuni microrganismi, come i micobatteri, Sporothrix sp, C. diphteriae, B. anthracis, F. tularensis.
Più generalmente però i batteri colonizzano o infettano ulcere originate da cause non
infettive.
Le ulcere cutanee più frequenti nella pratica clinica sono dovute a insufficienza
vascolare venosa (u. varicose) o arteriosa, a compressione (decubiti), a ustioni o congelamento, a neuropatie (ulcere diabetiche) o ad altre malattie sistemiche (neoplasie, anemia
a cellule falciformi).

Otite esterna

Otite esterna. Questa malattia merita un’attenzione particolare da parte del microbiologo, per la difficile valutazione del ruolo eziologico rivestito dai microrganismi in un
canale uditivo malato.
Il problema è analogo a quello di altre zone della cute, con la differenza che dermatiti
seborroiche, atopiche o di altro tipo sono soggette nella sede auricolare, più che in altre,
a colonizzazioni e infezioni secondarie.

Intertrigine

Intertrigine. I principali fattori eziologici dell’intertrigine sono di tipo meccanico e
l’infezione secondaria subentra immancabilmente. Le lesioni intertriginose si originano
nelle zone ove due superfici cutanee sono in stretto contatto. Caldo e sudore provocano
macerazione e irritazione, specie ove la cute è sottile. Le sedi classiche sono l’inguine,

l’ascella, gli spazi interdigitali dei piedi, la fessura dei glutei e dovunque si formano pliche cutanee, specie negli obesi, ad es. la regione sottostante grossi seni penduli.
All’inizio la cute  è semplicemante iperemica, ma successivamente la macerazione
produce la perdita dell’epidermide ed erosione. La flora residente e temporanea (compresa Candida sp.) aumenta a dismisura e la decomposizione dei detriti provoca cattivo
odore e contribuisce all’infiammazione. In zone contigue all’area ano-genitale la popolazione batterica è ancora più abbondante e sono più facili le suppurazioni e le ulcerazioni.
Gli esami microbiologici possono essere utili per confermare la presenza di lieviti e
dermatofiti.
Il trattamento ha lo scopo di eliminare la macerazione, l’irritazione e l’infezione
secondaria: sono utili semplici misure fisiche e talvolta l’uso di antibatterici.

-->

Fistole

Fistole. Una fistola è un tragitto che mette in comunicazione una sede profonda di
infezione con un orifizio che si apre sulla cute. Esempi importanti di infezioni profonde
ad evoluzione fistolosa sono i Micetomi e la Tubercolosi.
Più comunemente il microbiologo si deve però confrontare con infezioni fistolose da
S. aureus, Coliformi e Pseudomonas, che causano osteomieliti, linfadeniti e ascessi.

Spesso l’infezione  è polimicrobica e i germi che colonizzano la porzione cutanea
della fistola sono differenti da quelli annidati nella profondità dei tessuti. È per tal motivo che le colture da prelievi effettuati all’orifizio o nella porzione esterna del tragitto
possono dare risultati fuorvianti.
Nel caso venga effettuata un’esplorazione chirurgica,  è opportuno fare un prelievo
per coltura nel punto più profondo che è possibile raggiungere.
In presenza di febbre, brivido e altri sintomi di interessamento generalizzato, si può
ricorrere all’emocoltura, per rivelare gli agenti di un’infezione invasiva. Talvolta è possibile aspirare il pus dell’ascesso sito in profondità.

Quando la situazione è grave ed è indispensabile una accurata diagnosi microbiologica, è necessario ricorrere ad un prelievo invasivo, a causa dell’inaffidabilità delle colture
superficiali.

-->

Ascessi

Ascessi. Gli agenti eziologici degli ascessi cutanei variano in funzione della loro
localizzazione corporea.
S. aureus è presente nella metà o più delle idrosadeniti ascellari, delle paronichie
delle mani e degli ascessi mammari puerperali. La sua frequenza scende al 20-40% negli
ascessi mammari non puerperali e in altri ascessi del tronco, delle estremità, dei glutei e
delle regioni inguinali. Questo germe è ancora meno frequente negli ascessi del capo e
del collo, dei genitali e della regione anale.

Quando la causa non è S. aureus, si tratta generalmente di componenti della normale
flora cutanea regionale o eventualmente di colonizzatori transitori provenienti dalle adiacenti mucose. Per esempio, gli ascessi del capo, del collo e del tronco sono provocati
comunemente da S. epidermidis e da Propionibacterium, membri della flora cutanea
residente in queste regioni.
Germi come S. aureus o gli streptococchi beta emolitici posseggono sufficiente virulenza da produrre da soli un’infezione. Gli altri aerobi e anaerobi isolati dalla maggior
parte degli ascessi cutanei non sono individualmente così aggressivi, ma quando alcune
di queste specie sono contemporaneamente inoculate nel derma o nel sottocutaneo da
traumi o altri meccanismi invasivi, allora ne può conseguire un’infiammazione purulenta.
Dagli ascessi perineali, inguinali e genitali sono tipicamente ottenibili colture contenenti flora fecale, come coliformi, Bacteroides sp., cocchi gram positivi anaerobi, streptococchi alfa-emolitici e non emolitici.
Gli ascessi cutanei si manifestano abitualmente come noduli eritematosi, dolenti,
fluttuanti, spesso con una pustola alla sommità. In alcune sedi insorgono più lesioni limitrofe e contemporanee (es. idrosadenite ascellare), che rendono l’infiammazione più
intensa. Si possono aggiungere estesa cellulite circostante, linfangite, linfadenite e febbre.
Lo svuotamento del pus tramite incisione e drenaggio costituisce di solito la terapia
efficace. Alcuni clinici preferiscono lasciare aperta l’incisione, altri riempiono la cavità
con garza per alcuni giorni, altri ancora suturano l’incisione immediatamente dopo il
drenaggio.
Esami microscopici e colture del pus sono particolarmente utili qualora siano presenti
estesa cellulite periferica, gangrena cutanea, compromissione delle difese immunitarie o
manifestazioni sistemiche di infezione.

-->

INFEZIONI DA BATTERI GRAM NEGATIVI

Le infezioni cutanee da Gram negativi sono molto meno frequenti di quelle da
Stafilococco e Streptococco, ma rivestono una considerevole importanza clinica.
Per giungere con successo alla diagnosi batteriologica, sarebbe molto utile che il
microbiologo fosse informato del sospetto clinico; in caso contrario egli deve cercare di
raccogliere direttamente dal paziente importanti dati anamnestici.
Pseudomonas aeruginosa è la causa di alcune infezioni superficiali che rivestono
aspetti particolari. Il microrganismo colonizza facilmente nicchie ambientali umide e, in
quanto tali, anche alcune zone del corpo. Tipiche infezioni da Pseudomonas sono l’otite
esterna, le follicoliti associate all’idromassaggio, le paronichie.

L’OTITE ESTERNA da Pseudomonas è una frequente infezione che in persone
anziane o diabetiche può divenire localmente invasiva e assumere aspetti di eccezionale
gravità.
Fattori predisponenti, oltre al diabete, sono un’otite esterna cronica e i traumi auricolari, tipici nei portatori di apparecchi acustici o subiti durante 1’irrigazione per l’allontanamento del cerume.
Il sintomo regolarmente presente è l’otalgia; all’esame del canale auditivo esterno è
di solito evidente scolo purulento.
L’infezione tende a cronicizzarsi e frequentemente  è complicata da interessamento
dell’orecchio medio e della mastoide, con distruzione ossea. L’andamento diffusivo può
provocare deficit neurologici ed essere pericolosa per la vita.
Buoni progressi per il trattamento dell’otite esterna maligna sono stati raggiunti con
l’attuale disponibilità di chinolonici; purtroppo si stanno diffondendo le resistenze.
Negli ultimi anni sono andati aumentando i casi di FOLLICOLITI da Pseudomonas
aeruginosa negli utenti di saune, idromassaggi e piscine. L’eruzione cutanea si manifesta
con papule o pustole pruriginose caratteristicamente distribuite nelle aree ricche di
ghiandole sudorifere apocrine (ascelle) ed eccrine, nella cute ricoperta dal costume da
bagno.
Possono associarsi sintomi di altre localizzazioni dell’infezione, p.es. mastodinia e
otalgia. Questi disturbi tendono alla guarigione spontanea ma può essere utile l’uso di
chinolonici.
La coltura  è spesso negativa; Pseudomonas può essere più facilmente isolata dalle
pustole più grandi.
Pseudomonas sp. può essere la causa di PARONICHIE croniche, o di INFEZIONI
EROSIVE INTERDIGITALI, o del colore verdognolo delle unghie, dovuto all’invasione batterica del letto ungueale. Spesso l’abolire l’esposizione e il tenere la pelle
asciutta è sufficiente a curare queste infezioni.
Il genere Pseudomonas è isolato frequentemente dalle FERITE chirurgiche; dalle
ULCERE varicose e da decubito, dalle USTIONI, particolarmente durante e successivamente ai trattamenti antibiotici (v. Ulcere cutanee). Possono infettarsi i tragitti fistolosi
di processi osteomielitici e tubercolari.
La sola presenza di Pseudomonas in tali siti non è automaticamente segno d’infezione, ma il pericolo è che il germe si moltiplichi in profondità e che ne consegua una batteriemia .

Durante una SEPSI da Pseudomonas si verificano occasionalmente lesioni cutanee
dalle quali il germe può svilupparsi in coltura. Ne sono stati descritti diversi tipi: macule,
papule, vescicole e bolle, cellulite, ectima gangrenoso (con crosta nera ed eritema circostante). Tali lesioni possono essere segni importanti per la diagnosi di sepsi da
Pseudomonas. Questo germe mostra un particolare tropismo per la pelle durante le sepsi,
raramente riscontrabile per altri gram negativi: ne  è un esempio la roseola tifosa nel
secondo settenario.
Haemophilus infuenzae tipo b è causa di cellulite facciale nei bambini dai 6 mesi ai
2 anni; presumibilmente perchè a quest’età le prime vie respiratorie sono frequente sede
del germe.
Tipicamente, dopo un episodio di rinite o di otite si sviluppa una zona rigonfia calda
e dolente, di solito su una guancia o nell’area perorbitaria; il suo colore è di un caratteristico rosso-bluastro. Il bambino  è sofferente, la cellulite si diffonde entro poche ore e
può complicarsi in sepsi e meningite.
Considerata la gravità del quadro, è preferibile trattare subito i bambini affetti da cellulite facciale con antibiotici efficaci contro l’Emofilo (ampicillina), senza attendere
l’esito dei test batteriologici.
Prelievi per emocoltura o da aspirati sottocutanei (per la tecnica, vedi Cellulite) devono essere seminati su agar cioccolato.
Vibrio sp. e Aeromonas sp. sono comuni colonizzatori di acque dolci e salmastre e
degli alimenti ittici. Sono descritte gravi celluliti secondarie alla contaminazione di ferite
subite in acqua con A. hydrophila o V. vulnificus. Quest’ultimo germe può causare celluliti anche come localizzazioni secondarie durante sepsi conseguenti a ingestione di alimenti ittici contaminati. Gli antibiotici indicati sono le tetracicline per Vibrio sp. e gli
aminosidi per Aeromonas sp.
Eikenella corrodens è un bastoncino Gram negativo, componente della flora digerente e respiratoria umana. Infezioni della cute dovute a questo germe sono state descritte in seguito a ferite delle dita da pugni sui denti o tra i tossico dipendenti, forse per
l’abitudine di molti di essi di leccare gli aghi prima di iniettarsi la droga.
Le lesioni sono simili a quelle dei gram positivi e di tipo ascessuale.
Le colture su sangue mettono in evidenza le caratteristiche fossette in corrispondenza
delle colonie su agar sangue, ove il germe cresce in circa 72 ore se tenuto in anaerobiosi
o atmosfera ricca di CO2.
Le infezioni da Eikenella sono curabili chirurgicamente, con il sostegno di un trattamento antibiotico a base di penicillina o ampicillina. Da notare la resistenza naturale del
germe alla clindamicina.
Pasteurella multocida è un comune colonizzatore del bestiame. Le più comuni infezioni cutanee nell’uomo sono conseguenti a morsi o graffi di cani o gatti: esse si presentano come ferite con suppurazione, cellulite e adenite (v. Inf. da morso). Il Gram del
materiale infetto mostra batteri gram negativi pleiomorfi, di solito extracellulari. La
colorazione  è a volte bipolare, e ne deriva una possibile confusione con i diplococchi
gram negativi. La penicillina è il trattamento di scelta.
Altri gram negativi sono causa di follicoliti durante il trattamento antibiotico anti
acne. Quando in giovani in cura per l’acne (di solito con tetracicline) si nota un aumento
delle lesioni pustolose, bisogna sospettare una superinfezione dei follicoli da gram negativi, specie da Proteus (ma anche da Pseudomonas).
La diagnosi si basa sull’anamnesi, sugli esami microscopici al Gram del pus e sulle
colture.
Talvolta basta sospendere le tetracicline, ma spesso  è necessario ricorrere ad altri
antimicrobici in base alle prove di sensibilità. È preferibile una terapia orale (cotrimossazolo, ciprofloxacina o cefalosporine orali).

-->