Nel caso in cui la TBC primaria si verifichi in bambini quando le epifisi sono
aperte e riccamente vascolarizzate, i bacilli si possono propagare alle vertebre
e alle propaggini delle ossa lunga. La malattia può svilupparsi rapidamente o
anche mesi, anni o decenni più tardi. L'infezione può diffondersi alla capsula
articolare, causando un'artrite monoarticolare. Le articolazioni più
comunemente coinvolte sono quelle che sopportano il peso, ma possono venire
coinvolte anche le ossa del polso, della mano e del gomito, specialmente dopo
un trauma.
Il morbo di Pott comincia nel corpo vertebrale vicino all'area del disco. Nel
decorso tipico vengono interessate due vertebre e l'area del disco tra di esse
viene compressa dalla caseificazione. Questa lesione si differenzia dal
carcinoma metastatico, che ugualmente interessa le vertebre senza però
comprimere l'area del disco. Se la malattia non viene diagnosticata e
combattuta prontamente, le vertebre possono collassare, dando luogo a una
paraplegia. L'infezione viene facilmente evidenziata in fase precoce mediante
RMN dal momento che la deformazione si sviluppa lentamente e spesso
nell'esame radiografico della colonna vertebrale eseguito in uno stadio precoce
della malattia non viene individuata. Se non si giunge alla diagnosi e i sintomi
di dolore localizzato alla schiena persistono o peggiorano si devono ripetere gli
studi. Un edema paravertebrale nel sito interessato può essere costituito da un
ascesso che, se disatteso, può dissecare verso il basso il muscolo psoas e
puntare verso la faccia anteriore della coscia.
La diagnosi può essere sospettata sulla base della sintomatologia, ma la TC o
la RMN sono essenziali. La diagnosi viene meglio confermata dalla biopsia;
tramite agobiopsia si può ottenere un campione dell'osso vertebrale. Per gli
altri siti è necessaria una biopsia del tessuto sinoviale o dell'osso. Il campione
del tessuto deve essere esaminato istologicamente e colorato per evidenziare il
M. tuberculosis, funghi e altri agenti patogeni. Deve inoltre essere studiato
tramite PCR e coltivato per evidenziare questi e altri agenti patogeni più
comuni (p. es., Staphylococcus, Brucella, Salmonella, Francisella tularensis).
Di solito, se la distruzione vertebrale è limitata e il midollo spinale non è
compresso, la chemioterapia è sufficiente. Se l'edema paravertebrale si
corregge con la terapia, probabilmente non si tratta di un ascesso e non si
renderà necessaria la soluzione chirurgica. Tuttavia durante il trattamento con
la chemioterapia l'area interessata deve essere immobilizzata con un busto ben
calzante. Se l'edema non si riduce o persiste il dolore, può rendersi necessaria
la soluzione chirurgica. Solo negli stadi più avanzati si richiede di fissare la
colonna vertebrale con un trapianto osseo anteriore o posteriore.