Uno studio pubblicato sulla rivista European Journal of Endocrinology ha evidenziato come i pazienti con diabete siano più soggetti degli altri a sviluppare batteriemia stafilococcica in comunità, ovvero infezioni ospedaliere a seguito dell’instaturarsi di un ascesso stafilococcico localizzato; la condizione è piuttosto grave perchè in caso di diagnosi di batteriemia non di rado l’infezione è resistente all’azione degli antibiotici comunemente a disposizione.
Nello studio in questione i ricercatori hanno evidenziato come la probabilità di sviluppare batteriemia è tre volte maggiore nei pazienti diabetici rispetto ai pazienti non diabetici; il rischio infezione, inoltre, è 7 volte maggiore per i pazienti con diabete di tipo1 e tre volte maggiore per quelli con diabete di tipo 2.
I ricercatori hanno anche evidenziato dei fattori di rischio per lo sviluppo della batteriemia ovvero l'essere affetti da complicanze del diabete di tipo macro e micro vascolari, essere portatori di ulcere diabetiche, essere malati di diabete da molti anni e non riuscire, tramite la terapia attuata, a tenere nella norma i livelli di glicemia.
lunedì 21 marzo 2016
Virus Zika e microcefalia
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Virus Zika |
L'urgenza di trovare risposte
L'epidemia di microcefalia associata a virus Zika che sta colpendo il Sudamerica spinge la ricerca medica a cercare, con una urgenza inedita, di arginare il fenomeno e stimare i reali rischi dell'infezione per la popolazione. Sono 6000 i casi sospetti di microcefalia in Brasile per il 2015 e un primo caso è stato osservato anche in Colombia nel 2016. Questi dati hanno portato l'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, a dichiarare di recente che il numero abnorme di casi di microcefalia e di altri difetti neurologici come un'emergenza di rilievo internazionale per la salute pubblica. Tuttavia, la stessa OMS ha anche dichiarato che l'associazione tra infezione da virus Zika e microcefalia non è stata ancora verificata scientificamente. La riluttanza ad ammettere un nesso causale tra infezione da virus Zika e microcefalia deriva dal riscontro molto raro di tracce di virus nei neonati affetti da microcefalia.
Lo studio dell'epidemia di virus Zika del 2013
"Abbiamo analizzato i dati raccolti nella Polinesia Francese durante l'epidemia di virus Zika scoppiata nell'ottobre del 2013 e terminata nell'aprile del 2015, che ha colpito due persone su tre ed è stata la più estesa prima di quella sudamericana" spiega il dottor Henri-Pierre Mallet nell'introduzione dello studio da lui coordinato "poi li abbiamo correlati con i casi di microcefalia osservati nella stessa area geografica tra il settembre del 2013 e il luglio del 2015". Attraverso l'impiego di modelli matematici molto semplici i ricercatori francesi hanno valutato la probabilità che l'infezione da virus Zika durante la gravidanza possa causare microcefalia nel neonato.
"Tramite questo metodo" conclude il dottor Mallet "abbiamo verificato che l'infezione da virus Zika davvero aumenta la probabilità che il neonato sia affetto da microcefalia, sopratutto se avviene nel primo trimestre di gravidanza. La buona notizia, tuttavia, è che tale probabilità è di 1 caso su 100, dunque molto più bassa della probabilità di 1 caso su 3 calcolata da studi precedenti".
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